Giuditta Galante, di Tursi, è la vincitrice del prestigioso Premio di medicina “Prof. Potito Petrone”, XXVII edizione

Cronaca
Giuditta Galante con il padre Michele

È di Tursi la vincitrice della XXVII edizione del Premio di medicina “Prof. Potito Petrone”, unico premio dedicato alla Medicina in Basilicata, organizzato dalla Pro-Loco “Il Portale” di Pignola. Giuditta Galante, dottoressa in medicina, ha vinto il 1° Premio relativo alla sua tesi dal titolo: “Studio osservazionale multicentrico emiliano-romagnolo sull’efficacia e tollerabilità dei farmaci di seconda linea (natalizumab e fingolimod) per la sclerosi multipla: esperienza ferrarese”. Presieduta da Marcantonio Paciello, già direttore del Dipartimento di Scienze neurologiche dell’Azienda ospedaliera “San Carlo” di Potenza, l’autorevole giuria era composta dai dottori Serafina Berardi, Sergio Caparrotti, Angelo Dinota, Giuseppe Finizio, Paolo Severino.

La cerimonia di premiazione, coordinata dal giornalista Erberto Stolfi, si è svolta nella mattinata di domenica 18 dicembre, nel Giubileo Hotel di Rifreddo di Pignola (PZ), alla presenza di diverse autorità e ospiti. Dopo Nicola Sabatella e Rocco Brancati, rispettivamente presidente e presidente onorario del glorioso sodalizio pignolese, hanno rivolto i saluti Giuseppe Ferretti, sindaco di Pignola, e Rocco Paternò, presidente dell’Ordine dei medici della Provincia di Potenza. A seguire la relazione “Nuove frontiere in radioterapia oncologica” di Elisabetta Molfese, specialista in Radioterapia al Policlinico universitario, Campus biomedico di Roma, e vincitrice dello stesso premio nel 2013, e quella su “DSA: Stato dell’arte. Quali prospettive”, del dottor Paciello, che ha introdotto la cerimonia del conferimento del premio (con un assegno di euro 1.550). Interventi musicali dei giovani del Liceo Artistico, musicale e coreutico di Potenza e conclusioni affidate a Francesco Mollica, presidente del Consiglio Regionale della Basilicata.

Nata a Chiaromonte nel 1989, Giuditta Galante, è figlia di Michele, impiegato di Posteitaliane nell’ufficio tursitano, e di Enza Di Noia, nota maestra Elementare, da poco in pensione (l’altra figlia Angela è  avvocato, in Emilia Romagna). La famiglia vive da sempre a Tursi, con la zia Maddalena Di Noia, medico, e la nonna Giuditta. Conseguita la maturità scientifica al Liceo Scientifico “Pitagora” di Montalbano Jonico, ha studiato Medicina e si è laureata brillantemente con 110 e lode, il 28 ottobre 2015, all’Università degli studi di Ferrara, dove attualmente è specializzanda in Clinica oculistica.

Con intelligenza e sensibilità, la giovane protagonista ci esprime le sue sensazioni.

<<Non lo nego, la medicina era il mio sogno fin da bambina. Il test d’ingresso è stato duro ma la passione, l’impegno e un pizzico di fortuna (che nella vita non deve mai mancare) mi hanno ripagato. Durante gli anni universitari, sereni e proficui, ho avuto modo di collaborare, per un periodo breve ma intenso, con il Centro di Studi Biomedici applicati allo sport e di frequentare la Clinica Neurologica dell’Università di Ferrara, dove ho svolto il lavoro che mi ha portato a vincere il Premio ‘Potito Petrone’ di quest’anno. La tesi di laurea è un lavoro in cui ho messo tutta me stessa, cercando di rendere giustizia ai 104 pazienti, affetti da ‘sclerosi multipla’ e non responsivi in alcun modo a trattamenti di prima linea, costituenti la mia coorte in studio. Immensa la soddisfazione. Superato l’esame di Stato di abilitazione alla professione di Medico Chirurgo, nel febbraio 2016, mi si profilavano due strade: gettarmi a capofitto nella preparazione del concorso per l’ingresso in Scuola di Specializzazione o sfidare i miei limiti e preparare il concorso continuando a crescere professionalmente, ho scelto la seconda. Rientrata in Basilicata, terra che amo con tutto il mio cuore, ho fatto domanda presso le ASL di Lagonegro e Matera per immettermi nel servizio di Continuità assistenziale e la mia regione non mi ha delusa. Neanche due settimane dopo l’abilitazione, ho preso servizio come Guardia medica nel presidio di Carbone (PZ) e successivamente di Valsinni-Colobraro, mentre ho avuto il piacere di sostituire diversi colleghi di Medicina generale a Tursi, Valsinni, Colobraro, Rotondella, Scanzano, Montalbano J.co. Quanto mi abbia arricchito lavorare nel nostro territorio è indescrivibile. Le nostre sono realtà spesso complesse, la popolazione è prevalentemente anziana e bisognosa di essere seguita, non solo dal punto di vista medico ma anche umano, con affetto e cura. Nel mese di luglio, sempre del 2016, ho superato il concorso di accesso alla Scuola di specializzazione in Oftalmologia. Vorrei aggiungere, nel mio piccolo, se sono dove sono lo devo interamente alla mia famiglia. Il Premio Potito Petrone è merito in particolare di mio padre che, credendo in me e nel mio lavoro, mi ha spinto a partecipare. Si, questo è un anno che non dimenticherò mai>>.

Salvatore Verde

La giovane dottoressa durante una intervista
Targa del Premio Potito Petrone

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