Da lunedì 4 giugno a giovedì 7 il vescovo di Tursi-Lagonegro, mons. Vincenzo Orofino, ha programmato quattro incontri per ritrovarsi con i sindaci e i parroci delle zone pastorali. Un momento perché ci si dica, in maniera informale, il desiderio di essere al servizio delle stesse persone che abitano il territorio nel quale si è presenti. L’obiettivo è creare le condizioni per un confronto cordiale, semplice e ricco al contempo. “Perché – ha detto Orofino al primo di questi incontri che si è tenuto nell’Episcopio di Tursi, il 4 giugno con la zona Jonica – sindaci e parroci guardano e amano la stessa realtà, devono prendersi cura delle stesse persone. Credo nell’unità armonica e sinfonica e non nell’omologazione, quell’unità che fa diventare creativi. Incontriamoci per discutere su problematiche o tematiche sociali, per aiutarci a guardare il territorio nel suo insieme, valorizzando le vocazioni specifiche dei nostri paesi: agricoltura, turismo, sostegno ai deboli e percorsi educativi e formativi, dialogando anche con gli istituti scolastici”.
Ricchezza che si inserisce in un cammino che la Chiesa di Tursi-Lagonegro porta avanti sin dallo scorso anno pastorale. Lo ha precisato don Gianluca Bellusci, vicario episcopale per la pastorale, richiamando l’attesa della gente all’indomani del Convegno ecclesiale di Paestum (aprile 2017) di incontri fattivi e di collaborazione tra le istituzioni presenti sul territorio. Tutto questo è espresso anche nella lettera pastorale del Vescovo “Al fine di edificare il Corpo di Cristo”: la centralità dell’appartenenza ecclesiale e della persona, cuore della pastorale, oltre alla dimensione del territorio e della cultura come apertura e collaborazione della Chiesa con le istanze della gente. Abbiamo vissuto il cammino di Scuola di Cristianesimo e gli incontri sui quattro principi della Dottrina Sociale: con il vescovo Filippo Santoro che ha presentato il concetto di persona, sottolineando la correlazione tra ambiente, lavoro e sviluppo del territorio; con Enrico Letta sul bene comune che ha aiutato ad allargare l’orizzonte leggendoci dentro un “sistema paese” che dialoga con il mondo più agevolmente perché è in un contesto comunitario; con Maurizio Lupi riflettendo sulla sussidiarietà, volendo promuovere tutti e custodire ciascuno; con il cardinale Montenegro che ha messo in correlazione la valorizzazione di ogni uomo e la testimonianza della carità.
Dall’incontro di Tursi è venuto fuori che non esistono questioni campanilistiche da privilegiare perché è importante sapersi leggere, anche a livello amministrativo, come già si prospetta a livello pastorale, in contesti comprensoriali, riconoscendoci all’interno di un territorio che ha tante risorse. Paesi piccoli e grandi che, insieme, possono sostenere l’intraprendenza dei privati anche con l’aiuto di risorse pubbliche e fondi europei per dare occupazione e sostenere la creatività dei giovani. L’accento è caduto anche sulle criticità delle infrastrutture che non agevolano investimenti di grandi aziende e l’inserimento in processi economici importanti per le attività presenti, soprattutto a livello di produzioni agricole e di turismo.
Richiamata la questione del ridimensionamento scolastico, una riflessione ha avuto luogo anche sui processi virtuosi di integrazione che avvengono e sulle esperienze di valorizzazione del patrimonio storico-artistico e delle iniziative in essere in alcuni comuni che sempre di più, si spera, possano avere ricadute sociali ed economiche a vantaggio dell’intera zona.
Tutti concordi anche sul fatto che occorra rafforzarci e fare coesione: andare oltre i facili allarmismi su problematiche come l’acqua, i tumori e l’inquinamento e investire in cultura, ricerca e conoscenza scientifica e creare vere strutture di terzietà nel controllo, a tutela dei cittadini. Anche a proposito di petrolio e di compensazioni i presenti hanno considerato che non si può dilapidare un patrimonio naturale non rinnovabile senza creare le condizioni per un futuro degno da consegnare alle nuove generazioni.
Don Giuseppe Gazzaneo, direttore di Caritas diocesana, ha invitato a spendersi continuando nel lavoro dei piani sociali di zona a proposito di politiche sociali di inclusione, passando anche per il REI, usando le forme possibili per combattere ludopatia e slot, valorizzando anche la legge regionale 26/2015 sulle eccedenze alimentari.
Tutti i presenti, parroci e sindaci, si dicono fiduciosi perché c’è grande desiderio di fare comunità, di mettersi in rete, di ascoltarsi e di cercare, ciascuno nelle sue possibilità e competenze, di essere fedeli alla propria missione. La sinergia tra le realtà che operano sul territorio è fondamentale. Con l’auspicio che ci siano incontri periodici per creare reciprocità ci si è lasciati con la richiesta che già a settembre ci si possa ritrovare per trattare tematiche specifiche, magari ancora invitati dal Vescovo.