L’artista e poeta statunitense John Giorno, cittadino onorario di Tursi, è morto venerdì a New York, dove era nato il 4 dicembre 1936. È stato uno dei grandi della poesia mondiale, geniale innovatore e sperimentatore di nuove forme poetiche, produttive e fruitive, e ultimo gigante della Pop Art e della Beat generation newyorkese. Intimo amico di Andy Warhol e William Burroughs, sono tantissime le sue collaborazioni con altre stelle immortali del firmamento artistico-letterario, musicale e dello spettacolo americano (tra gli altri con Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Jasper Johns, Keith Hearing, John Cage, Robert Mapplethorpe, Gregory Cors).
Dotato di una presenza scenica piuttosto unica, Mister John ha elevato ad arte eccelsa e di forte impatto la poesia parlata, utilizzando con raffinata sapienza ritmo, suono e armonia delle parole, per veicolare contenuti ispirati di profonda inquietudine, poi illuminati dalla visione compassionevole del buddismo tibetano. Cittadino del mondo e viaggiatore instancabile, gli appuntamenti di poesia lo hanno portato più volte in Italia e in Puglia, ha collaborato con lui l’artista barese Manlio Capaldi, e una decina di volte almeno nella nostra regione. Ma la Basilicata, come tematica e ricerca delle sue radici, coincide con il superamento del periodo del tumore e con la morte della madre Maria Panevino, nel 2004. Inizia, da allora sostanzialmente, un reiterato e fecondo bisogno di rapportarsi con il passato dei Panevino, l’antica famiglia nobiliare di Tursi, con ramificazioni ad Aliano (luogo del confino di Carlo Levi, decantato nel suo Cristo si è fermato a Eboli), dove era nata la madre, e anche a Nova Siri, si è scoperto di recente (il nonno paterno, Giovanni Giorno, pare avesse origini pugliesi, della provincia di Taranto, poi trasferitosi negli USA).
John Giorno commissiona, pertanto, all’archivista pugliese Rosanna D’Angella, una fondamentale ricerca genealogica, proseguita a ritroso per un millennio, e oggi in attesa di pubblicazione. Nel 2005, è ancora in Basilicata con il regista potentino Antonello Faretta, per realizzare gli episodi lirici di Nine Poems in Basilicata, declamando i suoi versi tra Aliano, Brienza, Castel Lagopesole, Castelmezzano, Craco, Montescaglioso, Tricarico, Tursi e Venosa (successivamente si aggiungerà Maratea). Dell’insieme dei corti che lo compongono, il pianosequenza Just Say No to Family Values, girato nella Rabatana di Tursi, vince lo Zebra Poetry Films Award a Berlino, nel 2006. Autore di numerosi libri di poesia, molti non sono ancora tradotti in italiano, a parte Per risplendere devi bruciare (City Lights Italia, 1997).
Il suo grande amico e poeta Domenico Brancale, lucano di Sant’Arcangelo (PZ), con Jonny Costantino cura la pubblicazione di La saggezza delle streghe (Stampa Alternativa, 2006); in seguito esce in Italia John Giorno in Florence, 1983-1998 (Recorthings, 2012). Il 9 ottobre 2013 il Consiglio comunale di Tursi, sindaco Giuseppe Labriola, gli ha conferito la Cittadinanza Onoraria. Durante la cerimonia aveva espresso l’intenzione di donare una parte del suo straordinario archivio, conteso da diverse università anche d’Europa, proprio alla Città di Pierro e della Rabatana. Ma il suo testamento video è nel racconto della sua vita, intervistato nel 2018 dal regista lucano Nicola Ragone, incluso nel film Vado verso dove vengo, uscito quest’anno.
Mi sia consentito adesso un ricordo personale, del primo incontro a Tursi. Quando, all’improvviso, gli rivelai le ascendenze locali della famiglia Panevino, John Giorno, prossimo ai settant’anni, volle subito recarsi nella frazione di Panevino, tra Tursi e Policoro. Si appartò dagli amici accompagnatori, salì le scale che portavano al piano superiore della masseria degli avi, si fermò a metà, si sedette, guardò l’orizzonte, restò immobile, piegò appena la testa e pianse, tantissimo, a lungo, fino a ottenere l’incantesimo del silenzio della piazzetta e di tutti noi. Lacrime spontanee, tra malinconia e felicità della rivelazione, poi trasformate, nei viaggi successivi, in sorriso aperto, solare e duraturo rivolto proprio a tutti i tursitani, e sempre con dolcezza, consapevolezza e tenerezza. A noi parve così di averlo sempre conosciuto, mentre ancora ripensiamo alla sua storica battaglia contro l’Aids e alle sue poesie, che hanno ispirato “i moti e le proteste del sessantotto, la ribellione alla guerra in Vietnam, la lotta al razzismo e la critica al vecchio modo di concepire tutti i valori della società, famiglia compresa”.
Nel 2015, a Parigi, al Palais de Tokyo, nella bellissima e monumentale mostra “Ugo Rondinone: I love John Giorno”, prima retrospettiva mondiale dedicata al poeta, John Giorno chiese al compagno Ugo Rondinone, che lo omaggiava, di inserire anche due articoli, uno pubblicato dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno e l’altro dal bimestrale Tursitani.
Salvatore Verde