Il vescovo Orofino ha incontrato domenica scorsa, a Chiaromonte (PZ), politici, amministratori e operatori sociali della Diocesi di Tursi-Lagonegro per gli auguri natalizi e la presentazione del percorso che porterà al Convegno di Paola/Cetraro (CS) sul tema: “La presenza della Chiesa nel nostro territorio”.
Scambiarsi gli auguri di Natale guardando agli appuntamenti del prossimo anno, mettendo in sintonia l’attività pastorale del vescovo con quella di amministratori, parlamentari, operatori sociali e sindacali, e imprenditori. È questo lo scopo che ha spinto mons. Vincenzo Orofino a dare vita all’incontro che si è svolto domenica 15 dicembre all’Ostello diocesano di Chiaromonte al quale hanno partecipato in molti tra politici, esponenti della scuola e delle istituzioni. Stella polare dell’iniziativa del vescovo è il convegno residenziale che la diocesi terrà a Paola/Cetraro (CS) dal 30 aprile al 3 maggio 2020, in vista del quale si stanno svolgendo incontri zonali sul tema “La presenza della Chiesa nel nostro territorio”.
Il filo conduttore dell’articolato percorso che il vescovo va tessendo da tempo è potenziare la collaborazione fra la Diocesi, con le sue articolazioni e rappresentanze parrocchiali, e le istituzioni, partendo dagli amministratori locali fino ai governanti regionali e ai parlamentari. Questa sinergia, ha spiegato il vescovo nel suo intervento introduttivo, è un valore che va coltivato perché aumenta la fiducia e la serenità della gente, che vede in questa alleanza per il bene comune una collaborazione tra realtà distinte e una convergenza virtuosa. Ciascuno per la propria peculiarità di orizzonte, ha spiegato ancora Monsignor Orofino, chiesa e istituzioni governative possono essere il motore propulsivo di uno sviluppo che crea coinvolgimento e libera risorse, ma che offre anche risposte pratiche e interventi certi per le tante attese che ancora oggi vengono dalla nostra gente. In questo percorso gli alleati più preziosi sono le imprese, i lavoratori e le associazioni che operano nel sociale. Da questi soggetti bisogna apprendere e custodire le specificità “vocazionali” dei territori,che costituiscono le ricchezze su cui provare a costruire lo sviluppo economico.
Tutto questo da parte nostra, cristiani battezzati, ha un valore in più. È un esercizio della nostra fede, stare nell’impegno politico con la nostra identità e fare proposte che vanno nella direzione del miglioramento della qualità della vita, mettendo insieme le forze delle maggioranze e delle minoranze politiche, senza distinzioni e marciando tutti nella stessa direzione. In questo modo, l’attività congiunta di tutte le forze attive della società assolve anche il compito di educare al lavoro, che significa anche educare all’autoimpiego, al coraggio di costruire il proprio futuro lavorativo, contribuendo in tal modo alla crescita dell’intero territorio e della società.
A seguire il vescovo ha presentato il convegno residenziale che si terrà a Cetraro: due interventi che saranno tenuti dal teologo don Massimo Naro, il primo dei quali sulla chiesa come madre e maestra, madre che ama e accoglie, e maestra che indica il cammino, guida certa con il cuore della mamma e la sapienza della maestra. Il secondo intervento del teologo approfondirà invece la figura di don Luigi Sturzo. Nel corso della tre giorni di convegno è previsto anche l’intervento di un giornalista che parlerà del rapporto Svimez sul Mezzogiorno, che aprirà una giornata dedicata alle problematiche del territorio diocesano, animata da rappresentanti istituzionali, politici e amministratori locali, al quale prenderà parte anche il ministro per il Mezzogiorno Giuseppe Provenzano. Altra giornata dedicata al territorio sarà quella in cui saranno presentate le relazioni che emergeranno dal lavoro che si va svolgendo nelle singole zone pastorali, dal quale scaturiranno i testi che il consiglio pastorale diocesano elaborerà in documento di sintesi del convegno. Dalle riflessioni emerse dal documento, il vescovo trarrà una riflessione che troverà stesura definitiva in una lettera pastorale che sarà il frutto finale del convegno. Da questo atto prenderà il via l’indizione della visita pastorale che sarà preceduta da un anno di preparazione.
Quello di Chiaromonte è stato, dunque, un incontro che, pur stagliandosi sullo sfondo della ricorrenza natalizia, ha lanciato l’inizio di un percorso di lavoro lungo e complesso ma sicuramente ricco, coinvolgente e ambizioso. Come sempre accade nella chiesa, le cose più grandi nascono dalle occasioni più semplici. Proprio come il Natale che, dalla semplicità della grotta di Betlemme, ha dato inizio alla più grande avventura dell’uomo che è il cristianesimo.