Prima assoluta romana del progetto di moda “Maria di Anglona” di Natasha Pavluchenko, all’AltaRoma Fashino Week, venerdì prossimo (24 gennaio). Ideazione e produzione della stessa designer e stylist polacca, che si è ispirata a forme e colori presenti dentro il santuario di Anglona, visitato il 14 agosto scorso. Con tale progetto, dopo anni di sfilate, ha deciso di tentare qualcosa di nuovo, aprire quasi una nuova tendenza nella moda, creando un design ispirato ai modelli e motivi collocati sugli altari medievali dall’Italia, in un percorso concepito tra arte, fede e filosofia. Per sua stessa ammissione, tale lavoro creativo sarà completamente artistico, avendo tratto ispirazione dalla visita alla Basilica minore di Anglona, dove la Pavluchenko ha subito avuto nuovi stimoli per le sue realizzazioni, poi arricchiti nel centro storico e nella chiesa di Santa Maria Maggiore in Rabatana. Artista sensibile e di profonda fede, trae giovamento da tale energia e spiritualità che guida il suo cammino estetico, religioso e di vita. La designer è rimasta estasiata da una pala dell’altare maggiore, risalente al 1700 in gesso e policromo, posta oggi di fianco l’effige della Madonna, e l’ha subito immaginata cucita addosso alle sue indossatrici. Poi, ha sviluppato un’idea concreta ed articolata per dare ampio risalto storico e antropologico alla città di Tursi, che riceverà in dono gli abiti realizzati.
Inoltre, la stilista ha voluto creare un connubio con l’arte visiva, che si svilupperà in due tempi: le sue creazioni saranno impegnate nello spettacolo “Quartetto”, messo in scena dall’Opera da camera di Varsavia; girare un cortometraggio nei luoghi di ispirazione e più rappresentativi della locale sintesi tra moda, arte, storia, cultura e fede. Siamo, dunque, solo all’inizio di un percorso che vedrà protagonisti la Pavlucenko e Tursi, proiettati una dimensione europea e in grado di alimentare concretezza, sogni e bellezza. Un consenso fatto di curiosità, interesse e sostegno entusiasta è stato manifestato alla Pavluchenko, tra gli altri dal sindaco Cosma e da mons. Orofino.
Salvatore Verde