L’uomo è circondato da bellezza che non sempre riesce a notare, distratto dalle attività quotidiane, con la mente rivolta a pensieri spesso lontani, preso a inseguire obiettivi molto distanti temporalmente o semplicemente perché appare come una cosa scontata. L’ambiente che ci circonda e del quale facciamo parte, balza all’attenzione dell’uomo quando i sensi si svegliano dal sonno dell’inerzia e della pigrizia e la luce dei propri occhi illumina di nuovo tutto quello che fino a quell’istante ha ignorato, colpiti da una piacevole meraviglia. E ne scorge dettagli apparentemente trascurati alla prima osservazione. Qualità importanti dopo il primo colpo d’occhio sono la dose di sensibilità e la connessione con gli elementi dell’ambiente. Giovanni Rosano, fotografo artistico, è in sintonia con i più piccoli particolari che la natura offre e che in determinati momenti si manifestano alla sua abilità professionale per esaltarli.
Fotografo professionista, Rosano ha il suo studio dal 1988 in piazza Eraclea a Montalbano, dove è nato nel 1960. La sua passione per la fotografia inizia all’età di 13 anni e lo porta a fare l’apprendista nello storico studio di Vito Orlando per sei anni, lavorando principalmente in camera oscura per lo sviluppo della fotografia in bianco e nero. Una tecnica molto bella che gli ha dato molte soddisfazioni. Tutto cambia, poi, con la fotografia a colori e con le nuove macchine tecnicamente avanzate, allargando la prospettiva estetica a nuove esperienze, sperimentazioni e risultati. Sospende l’attività per la chiamata militare, all’età di 19 anni, trovandosi poi a vivere l’evento tragico del terremoto in Basilicata, il 23 novembre 1980, indimenticabile, con i ricordi sempre vivi, dall’ora esatta del sisma, le 19,43, al luogo, la Caserma di Potenza, con il soccorso prestato dai giovani militari a Balvano, dove crolli, scosse e morti hanno segnato l’animo per sempre, tanto che il Corpo Militare dell’Esercito dell’Italiano ha voluto conferire una Medaglia al Merito ai militari impegnati, per il grande aiuto alle popolazioni. Giovanni la conserva con sensibilità e particolare emozione.
Dopo il congedo militare, un periodo di pausa di qualche anno e, finalmente, il ritorno all’attività, con l’apertura del suo studio fotografico, il 26 ottobre del 1988, nella storica sede della sua città. Lavorando da solo ha iniziato a sperimentare la cosa più importante della fotografia, la luce, con tutte le sue sfumature. Negli anni si è dedicato alla ritrattistica, ai paesaggi del suo territorio, agli angoli più belli della sua Montalbano e ai famosi calanchi della Riserva Regionale, istituita nel 2011. Proprio i calanchi li ha fotografati di giorno e di notte, con risultati straordinari. Giovanni, è capace di soffermarsi, di fermare l’attimo del tempo, in un istante irripetibile, come il movimento di un fiore e lo spostamento di un elemento al soffio del vento, dalla sua carezza o dalla sua forza. Il battito di un’ala nel volo di un uccello e la sfumatura di un’alba o di un tramonto, la gradazione luminosa del sole, un granello di terra, un filo di erba caratteristico.
La natura in questi primi anni del nuovo secolo, nel nostro territorio e nel circondario, si presenta nel modo in cui Rosano l’ha catturata ed evidenziata attraverso la fotocamera e nei suoi flash, valorizzandola con il suo segno su di essa e con l’effetto di un’immediata energia di colori, sembra quasi avvertirne il profumo, sentire il ronzio di un’ape, ascoltare il soffio del vento. Una bellezza naturale che colpisce lo sguardo e rilassa. Ci si sente immersi in quell’espressione della natura che a volte sorprende in una meraviglia di immagini. Rosano porta la natura a noi, la sua fotografia appare non come un quadro che ritrae un soggetto ma come un tutt’uno con lo spettatore. La natura raffigurata salta verso chi guarda, emergendo energicamente. Le sue foto dei calanchi si trovano come poster, quadri più contenuti, divisori e su calamite. Giovanni Rosano è l’unico fotographer ad aver ideato questo tipo di lavori sui “Calanchi”. Lui dice: “Spero di dare sempre di più alla mia città, con immagini che vorrei rimanessero nel tempo”.
*Edvige Cuccarese
*Riceviamo e volentieri pubblichiamo