Si chiarisce in modo assoluto il presunto giallo intorno alla mancata presenza, dal mese di marzo, del famoso trittico “Vergine col Bambino” collocato nella chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore, nell’antica Rabatana di Tursi. L’immancabile teoria del complotto, solitamente alimentato proprio dalla scarsa o non conoscenza delle questioni, si scioglie come neve al sole e lascia emergere una felicissima verità artistica, culturale e religiosa. Lo rende noto l’architetto e saggista Francesco Silvio Di Gregorio, Direttore del Museo Diocesano di Tursi Lagonegro con nomina del vescovo, mons. Vincenzo Carmine Orofino, entrambi impegnati nella pregevole realizzazione di questa meritoria esposizione permanente, ormai in avanzata fase, destinata proprio in quanto istituzione a segnare lo sviluppo della storia dell’arte religiosa, del suo studio e della ricerca in Basilicata.
Dunque, la storica e assai notevole opera d’arte tursitana si trova a Forlì, nelle sale dei Musei San Domenico, ospite della importantissima Mostra dal titolo “Maddalena. Il mistero e l’immagine”, curata da Cristina Acidini, Fernando Mazzocca e Paola Refice, dal 27 marzo al 10 luglio 2022. Le pregevoli opere in esposizione, che riunisce oltre200 capolavoridi grandi artisti dal III sec. a.C. al Novecento, “indagano sul mistero irrisolto, che ancora inquieta e affascina, di Maria Maddalena: una figura che emerge dal profondo della nostra storia, una donna misteriosa e a lungo travisata”. Tra le opere in mostra, che contiene straordinari esempi di pittura, scultura, miniature, arazzi, argenti e opere grafiche, citiamo almeno quelle di Donatello, Andrea Della Robbia, Giovanni Bellini, Tiziano Vecellio, il Tintoretto, Annibale Carracci, Lorenzo Lippi, Guercino, Artemisia Gentileschi, Guido Reni, Anthon Raphael Mengs, Jòzef Wall, Eugène Delacroix, Arnold Böcklin, Gaetano Previati, Fausto Melotti, Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Marc Chagall, Veronese, Graham Vivian Sutherland, Bill Viola, Antonio Canova, Francesco Hayez.
L’evento speciale è stato realizzato in collaborazione con: Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; Gemäldegalerie Alte Meister, Dresda; Kunsthistorisches Museum, Vienna; Musée d’Orsay e Musée National d’Art Moderne – Centre de Création Industrielle George Pompidou, Parigi; Musei Vaticani, Città del Vaticano; Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli; Neue Pinakothek, Monaco; Pinacoteca Nazionale, Bologna; Rijksmuseum, Amsterdam; The San Diego Museum of Art, San Diego. Merita evidenziare che il trittico tursitano è l’unica opera della Basilicata; inoltre, lo scorso 16 maggio, tale mostra è stata ospite del programma di Rai 3 “Le Parole”. Il prestigioso comitato scientifico della grandissima mostra è presieduto da Antonio Paolucci, con la direzione generale di Gianfranco Brunelli e un catalogo del progetto espositivo edito da Silvana Editoriale, il tutto ideato e realizzato dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì e i Musei San Domenico (Piazzale Guido da Montefeltro 12. Per informazioni e prenotazionitel. 0543.36217 – mostraforli@tosc.it – www.mostramaddalena.it).
Secondo alcuni autorevoli esperti, il trittico della Rabatana di Tursi è attribuibile alla Scuola napoletana di Giotto (al massimo nei primi decenni del 1300), mentre per altri studiosi (A. Grelle, F. Abbate) si ascrive al cosiddetto Maestro di Offida (forse un frate delle Marche, spostatosi poi in Abruzzo e nel meridione fino in Basilicata, attivo, con dubbia autenticità anagrafica, dal 1340 circa agli inizi del XV secolo, forse al 1429, tant’è che la Treccani lo delimita all’incirca nel periodo 1340-1370).
Segnalo una curiosità cinematografica: il film “Mary Magdalene (Maria Maddalena, 2018), regia di Garth Davis, con Rooney Mara e Joaquin Phoenix, è stato girato, oltre che in Spagna e a Malta, principalmente nel mezzogiorno italiano, tra la Campania, Puglia, Sicilia e Matera.
Salvatore Verde ©