TURSI E L’ANARCHIA URBANISTICA

Scritti corsari

Negli ultimi 50 anni Tursi ha subito trasformazioni urbanistiche sia nel centro storico che a valle dello stesso che hanno portato ad uno sconvolgimento degli originari aspetti estetici, urbani ed architettonici. La trasformazione urbana realizzata sino ad oggi è inospitale, eseguita da speculatori-politici (a volte gli stessi coincidono) che hanno eseguito lottizzazioni abusive del tipo cartolare con frazionamenti e vendite in lotti, senza pianificazione urbanistica sul territorio (Rione Piana, Costa, San Rocco, S’Anna, San Sebastiano), assumendo, in tempi più recenti, forme urbane particolarmente “subdole”, capaci di produrre solo effetti negativi sul territorio con forti ripercussioni sul piano socio-economico e occupazionale, perché realizzate in assenza di attività terziarie pianificate, di parcheggi, aree verdi, infrastrutture efficienti (fogne, acqua, rete elettrica e gas, strade, percorsi pedonali).

Bisogna aggiungere, tra l’altro, che oggi emergono nuovi fenomeni che fanno da contraltare a una prassi tutt’altro che indulgenzialista, volta all’utilizzo surrettizio dei regimi derogatori previsti dalla legislazione urbanistica per realizzare nuove ristrutturazioni e cambi di destinazioni d’uso ad unità immobiliari residenziali, palazzi e a spazi nel centro urbano e nel centro storico, in zone ove le stesse non dovrebbero essere consentite e/o andrebbero quantomeno regolamentate e pianificate.

Manca una seria pianificazione urbanistica, ambientale e territoriale che conduca allo sviluppo di una specifica organizzazione dello spazio. La pianificazione non è un processo normale, non è un optional, è un’attività riconducibile ad una visione ecologica che contrappone alla conoscenza decontestualizzata e astratta una maggiore enfasi sulla conoscenza locale, personale, applicata al singolo spazio urbano.

Cosa manca a Tursi in sintesi:

ORDINE URBANO, il territorio per svilupparsi deve promuovere, mediante gli strumenti urbanistici di pianificazione, un ordinato e programmato sviluppo del territorio che comprenda piani di recupero, di colori, di restauro-paesaggistico, tutela valorizzazione e conservazione degli edifici e palazzi signorili, armonizzazioni delle reti -stradali dell’elettrico e del metano, -acqua-fogna;

VIGILANZA SULLA TRASFORMAZIONE URBANA, assicurare che i processi di trasformazione siano compatibili con la sicurezza e la tutela dell’integrità fisica e con l’identità culturale del territorio – del singolo spazio urbano;

QUALITA’ DELLA VITA, migliorare la qualità della vita e la salubrità degli insediamenti umani per renderli accessibili e a misura d’uomo;

MITIGAZIONE AMBIENTALE, ridurre la pressione degli insediamenti sui sistemi naturali e ambientali (interventi di riduzione e mitigazione degli impatti);

QUALITA’ AMBIENTALE, promuovere il miglioramento della qualità ambientale architettonica e sociale del territorio urbano mediante interventi ecosostenibili, migliorando il patrimonio edilizio e monumentale esistente.

Per questo motivo, al fine di assicurare la sostenibilità ambientale e territoriale, è la pianificazione a dover valutare qualsiasi intervento non solo nei principi ma anche e soprattutto nella definizione esecutiva e durante il ciclo di vita e a dover subordinare l’attuazione degli interventi di trasformazione alla contestuale realizzazione di interventi di mitigazione degli impatti negativi o di infrastrutture per l’urbanizzazione degli insediamenti, di attrezzature e di spazi collettivi, di dotazioni ecologiche e ambientali, di infrastrutture per la mobilità e accessibilità. Il ruolo della pianificazione è, in definitiva, lo sviluppo di attività che soddisfino a pieno titolo i bisogni economici, ambientali, sociali e fisici di una comunità. Intanto l’anarchia urbanistica continua a dilagare.

Francesco Silvio Di Gregorio, architetto

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