Arrestata a Tursi, dove era domiciliata, una cittadina romena, H.P., di 34 anni. Deve scontare una pena residua di due anni e otto mesi per infanticidio. I carabinieri del Comando stazione di Tursi hanno eseguito il provvedimento restrittivo, nella mattinata di sabato.
La giovane donna, separata e incensurata, era ricercata in esecuzione di un mandato di arresto europeo, emesso lo scorso 18 gennaio per tale delitto dalle autorità ungheresi. I fatti risalgono al 2006, quando la donna viveva e lavorava proprio in Ungheria, e l’anno dopo era stata condannata a otto anni di reclusione per il delitto di infanticidio, poiché gli accertamenti medico-legali stabilirono che il bambino che la donna diede alla luce morì per asfissia, mentre la difesa sostenne che era nato già morto.
Una volta emesso il mandato di arresto europeo, i carabinieri di Tursi, dopo aver eseguito una mirata e riservatissima attività info-investigativa finalizzata al rintraccio e alla corretta identificazione della donna, di cui era stata segnalata la possibile presenza nel Comune, la traevano in arresto.
Espletate le formalità di rito, la cittadina romena è stata ristretta nella Casa circondariale di Potenza a disposizione dell’Autorità giudiziaria, che si esprimerà sulla richiesta di estradizione avanzata dall’Ungheria.
Storia esemplare di povertà, di dolore e di sconfinata solitudine, in un retroterra di miseria umana, dove nulla è come appare e già vivere è una immane fatica, cercando di dare un senso al rapporto con il mondo. E questo è sempre fondamentale per capire un fatto così terribile, pur continuando H.P. a professare la propria innocenza, mentre cerca(va) di guardare avanti.
Salvatore Verde