Il nome inglese è Roan Johnson, ma non tragga in inganno, è un talentuoso scrittore, regista e sceneggiatore cinematografico e televisivo italiano. Nato nel 1974 a Londra, la città del padre, è cresciuto a Pisa (dove si laurea con lode in Cinema a Lettere Moderne) e vive a Roma (diploma alla Scuola nazionale di cinema, ex Centro sperimentale di cinematografia), ma c’è molto della Basilicata in lui, poiché la madre è di Matera. Origini lucane che si ravvisano anche nei sui film, nei tratti dei giovani protagonisti, profondamente sensibili, talvolta inadeguati, mai arroganti o arrendevoli.
Considerato uno dei più interessanti autori del nuovo cinema italiano, Roan Johnson è reduce dal successo alla 73° Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, dove ha presentato in concorso la commedia “Piuma”, il suo terzo lungometraggio, dopo “I primi della lista” (2011) e “Fino a qui tutto bene” (2014). Il film, che sarà presto nella sale, è interpretato da Luigi Fedele, Blu Yoshimi Di Martino, Sergio Pierattini, Michela Cescon, Francesco Colella. Si narra di due ragazzi (e dei loro genitori) alle prese con una gravidanza inaspettata.
A “Piuma” sono andati alcuni riconoscimenti significativi: il Premio Speciale assegnato dai del Sngci (il Sindacato dei giornalisti cinematografici italiani) nell’ambito dei Premi Pasinetti 2016, al cast del film; il Premio “Civitas Vitae” al regista; non in ultimo, il Premio della Fondazione Mimmo Rotella al film e a all’autore. Certo, eventi collaterali, ma pur sempre prestigiosi per una commedia virziniana, attuale e divertente, che ha pure diviso la critica.
Tuttavia, spiega l’autore, “il film non è un trattato sociologico ma un racconto di formazione che mostra due diciottenni alle prese con un mondo che sta cambiando moltissimo”.
Il tuo rapporto con la terra materna.
Con la Basilicata è qualcosa di importante. Mia madre, le mie zie, le mie cugine, un intero matriarcato vive lì e mi mancano molto.
A Matera manchi da molto.
Si, è troppo tempo che manco, nonostante abbia passato tutti i natali fino ai 18 anni e anche dopo e molte estati. Ma la Basilicata ce l’ho in casa e nel sangue, visto che mia madre mi continua a seguire passo passo, come nella migliore tradizione meridionale.
Le origini sono importanti nel delineare la psicologia di alcuni protagonisti dei tuoi film.
Sicuramente una parte del modo di raccontare è stato influenzato dalla mia parte del Sud. Difficile però distinguere, essendo tutto mescolato ormai, si parla anche di meccanismi inconsci.
Sei contento dei premi ricevuti (e cosa significano per te)?
I premi sono importanti, ma tengo sempre di più alla reazione della sala. Sentire le risate di tutto il cinema, gli applausi a scena aperta perfino dei giornalisti, per l’unico applauso a scena aperta del concorso, insomma, avere le persone che si sono commosse alla fine del film, questo è il premio più bello che potevamo avere.
Verrai nella regione a presentare “Piuma”?
Vorrei, me non è ancora sicuro.
Salvatore Verde