Che cosa è il bene comune? Come individuarlo, come declinarlo, come praticarlo, qui e ora, dopo le elezioni politiche del 4 marzo e alla viglia delle regionali d’autunno? L’invito a Enrico Letta, ex Presidente del Consiglio (2013-2014) e attuale Direttore della Scuola di Affari Internazionali dell’Istituto di Studi politici di Parigi, è stato rivolto nell’ambito della Scuola di Cristianesimo che si va svolgendo in tutta la diocesi di Tursi-Lagonegro, ormai dall’autunno scorso e che ha come obiettivo quello di tradurre nel territorio la Dottrina sociale della Chiesa. Si tratta di una scelta obbligata – dice il vescovo mons. Vincenzo Orofino nella sua ultima lettera pastorale – perché la dottrina sociale è parte integrante e ineludibile della testimonianza di vita cui il cristiano è tenuto, per fede e per scelta.
All’incontro sono stati invitati amministratori, uomini politici, operatori pastorali ovviamente a cominciare dai sacerdoti, e tutti gli uomini di buona volontà, interessati e comunque coinvolti, perfino loro malgrado, nella promozione del bene comune, che non è la somma dei beni individuali, come si tende a semplificare, bensì il bene di tutti, cioè della comunità, nel quale ciascuno deve trovare lo spazio e il clima per la sua realizzazione. Questa è la scommessa della politica in chiave cristiana, richiamata a più riprese da Papa Francesco, che trova però troppo spesso soprattutto al sud e in Basilicata difficoltà ad affermarsi. A introdurre e coordinare i lavori sarà il giornalista Edmondo Soave. Le conclusioni, dopo il dibattito, saranno del vescovo di Tursi-Lagonegro mons. Vincenzo Orofino.