TURSI – Il funerale di mons. don Giuseppe Gaetano Labanca, per tutti sempre don Peppino Labanca, si è svolto questa mattina (sabato 11 marzo), alle ore 11, nella cattedrale diocesana “Maria SS. Annunziata”. Partecipato da molti sacerdoti, il solenne rito funebre è stato presieduto dal vescovo della diocesi di Tursi – Lagonegro, mons. Vincenzo Carmine Orofino, in una chiesa affollata di fedeli, amici ed estimatori del presbitero diocesano, provenienti anche da fuori provincia e regione. Il presule ha evidenziato nell’omelia, senza retorica ma con incisività, i tratti salienti di “un amico, pastore e guida spirituale, con la sua essenzialità di uomo buono, tutto dedito alla chiesa e al suo servizio, sempre, pure nei momenti più delicati, come ha voluto ricordare anche mons. Rocco Talucci (vescovo di Tursi-Lagonegro 1988-2000, nda), e il costante impegno nel Movimento dei focolari di Chiara Lubich”. Ma mons. Orofino ha rimarcato con affetto “la malattia degli ultimi anni e la sua partecipazione agli appuntamenti sacerdotali nonostante la dialisi, ma anche la solitudine nel quotidiano, senza mai lamentarsi”.
Nato a Terranova di Pollino (PZ), il 26 aprile 1948, Peppino si era trasferito a Potenza, dove ha frequentato le scuole Medie, e poi a Salerno, per studiare al Liceo classico e all’università, laureandosi in Teologia; ordinato sacerdote il 25 agosto 1973 da mons. Dino Tommasini (Nocera Umbra, 25 settembre 1913-30 luglio 1980; vescovo di Tursi-Lagonegro negli anni 1970-74), è stato quindi nominato parroco di Tursi. Don Peppino è morto a 74 anni, all’alba di ieri mattina (venerdì 10 marzo) nell’ospedale “San Carlo” di Potenza, dove era stato ricoverato da pochi giorni, per l’improvviso aggravamento delle condizioni di salute. La bara, di mirabile semplicità, è stata poi trasportata nella prima serata a Valsinni, nella Cappella della Madonna del Carmine, per la veglia funebre, e in mattinata trasferita a Tursi per la celebrazione delle esequie, per proseguire poi nel cimitero del paese natale, dove è stata tumulata.
Numerosa ed emozionata la presenza delle comunità valsinnesi e tursitane, rappresentate al massimo livello istituzionale, già dai sindaci, rispettivamente Gaetano Celano e Salvatore Cosma, proprio a sottolineare la vicinanza della testimonianza dell’esperienza di fede e del ministero pastorale di Don Peppino, che è stato da ultimo parroco a Valsinni e prima, per 27 anni, a Tursi, con un legame assai profondo dimostrato in continuità. Nella Città di Pierro era arrivato nei primi anni Settanta, assegnato alla parrocchia di San Filippo Neri e come docente di Religione nella Scuola Media Statale e, in seguito, nell’Itcg “Manlio Capitolo” ; dal 1982 in poi, è stato parroco della cattedrale dell’Annunziata (negli anni 1998-2000 con don Cesare Lauria), dove aveva raccolto l’eredità di don Ferdinando Conte (arciprete per quasi mezzo secolo, dal 1932 alla morte), segnando a ragione il passaggio dalla tradizione alla modernità.
Tra pochi mesi per don Peppino sarebbero stati 50 anni di sacerdozio, vissuti con immutata umiltà, generosità e bontà, ma pure con il noto carattere gioviale (sapendo essere anche un grande interista da sempre), di autentico innovatore, lodevolmente aperturista, oggi diremmo inclusivo, ma sempre al servizio della chiesa e della parola di Dio con amore, dedizione e semplicità. Merita il ricordo dell’attenzione agli ultimi e soprattutto la lungimirante considerazione verso i giovani, nei quali ha lasciato sovente un segno indelebile di dedizione, amicizia, rispetto e cura, come loro punto di riferimento, anche mediante la nascita del movimento dei Focolarini e dei giovani per un mondo unito. Ne sono ulteriore testimonianza, in questo giorno di particolare tristezza per la dipartita, gli innumerevoli messaggi nei social network, di affetto, stima e vicinanza ai familiari (il fratello medico Mario Labanca vive e lavora a Tursi, mentre pochi mesi addietro era deceduto il fratello Giovanni nel milanese).
Dieci anni addietro, che hanno segnato una sua parabola di vita, durante i festeggiamenti dei quarant’anni di sacerdozio a Valsinni, con l’indimenticato mons. Francesco Nolè (Potenza, 9 giugno 1948 – Roma, 15 settembre 2022; vescovo di Tursi- Lagonegro, nel periodo 2000-2015), assieme a don Gino e don Rocco Natale e al diacono Giuseppe Bitonte, si raccontò con profondissima autenticità, oltre a indirizzare parole di gratitudine a don Giuseppe Gatto, “il mio sacerdote, che ha convinto i miei genitori a farmi entrare in seminario”, facendo emergere tutta la trasparenza di una vocazione totalizzante, emersa già all’età di circa 9 anni. Con don Peppino, a suo modo un grande, si chiude un’epoca caratterizzata da trasformazione, passaggio e transizione, non soltanto in ambito locale. Il suo esempio spinge e aiuta comunque a interrogarci sul nostro essere “fedeli” e a farci ritrovare il senso vero della nostra religiosità.
Salvatore Verde ©