Domenica 14 marzo 2021, dalle ore 17.30 alle ore 19.30, si svolgerà a distanza il terzo dei quattro focus previsti nel percorso ecclesiale annuale “In ascolto del Creato”, finalizzato alla “conversione ecologica globale” personale e comunitaria, proposto dal Consiglio Pastorale Diocesano e dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali di Tursi-Lagonegro. Traccia tematica del focus: “Economia come sviluppo sostenibile”.
È possibile partecipare tramite la pagina Facebook “Diocesi Tursi-Lagonegro” o la piattaforma ZOOM. Interviene il prof. Stefano Zamagni, economista, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali. Il programma prevede la preghiera iniziale, guidata da don Gianluca Bellusci, Assistente della Cdal e la presentazione dei lavori da parte di Anna Maria Bianchi, Presidente Cdal. A seguire, la relazione “Prosperità inclusiva e sviluppo umano integrale: le trasformazioni necessarie” del prof. Zamagni e l’interazione a distanza e le indicazioni per continuare il lavoro nelle Parrocchie.
Oltre, non altro
Prosegue il cammino di approfondimento della Laudato si’, che ci porta ad esplorare territori con i quali, dobbiamo riconoscerlo, abbiamo poca dimestichezza. Dopo aver preso in esame la teologia della creazione e l’ecclesiologia dell’enciclica, il terzo focus fermerà l’attenzione sull’economia. Non a caso i lavori saranno introdotti dalle note di Turn Around, il nuovo singolo del Gen Verde, presentato per la prima volta durante l’incontro internazionale The Economy of Francesco. Una canzone e al tempo stesso una preghiera e una riflessione che parla apertamente dei problemi climatici e chiede un cambiamento di rotta, dando voce alle richieste e aspettative dei più giovani.
In genere ci appassioniamo poco agli aspetti economici (era emerso anche nel secondo Focus). Un primo frutto del percorso che stiamo vivendo, in particolare con l’opportunità offerta da questo focus, è capire che l’economia fa parte della conversione ecologica globale. Tutto è interconnesso!
C’è una domanda di fondo: è possibile umanizzare l’economia, coniugare mercato e bene comune? E se sì, quale via percorrere? In teoria la via è chiara, quella dell’economia civile, un paradigma le cui caratteristiche sono semplici: non esclude nessuno dal mercato, afferma che il fine dell’agire economico è il bene comune, non totale, e asserisce che l’ordine sociale è frutto dell’interazione fra stato, mercato e società civile. In pratica le cose vanno ben diversamente.Reciprocità, fraternità, gratuità sono anche i principi richiamati in Evangelii gaudium, Laudato si’ e ora in Fratelli tutti. Sono davvero praticabili in economia? Servono e quanto per il benessere sociale?
Angelo Tartaglia nel suo libro Lettera di un fisico alla politica afferma una verità lapalissiana: in un ambiente finito non si può crescere all’infinito. Eppure è quanto si è finora inseguito, la chimera di una crescita senza fine, per via cumulativa. Certamente far crescere la produttività non è un male, tanto più che il tasso di imprenditorialità in Italia è calato molto e muoiono o passano di mano ad aziende di altri Stati molte più imprese di quante ne nascano. Anche nella nostra regione le iniziative imprenditoriali più consistenti sono dagli anni ’80 in mano a multinazionali o grandi compagnie per lo più estere, che mirano a massimizzare i profitti, beneficiano dei fondi UE e delle agevolazioni fiscali e sovvenzioni regionali e poi delocalizzano o chiudono e lasciano tutto in stato di abbandono, quando non da bonificare (vedi Valbasento). Non parliamo solo di ENI o Total per il petrolio. Quello che sta accadendo per la Whirlpool e inizia a profilarsi per la Stellantis è emblematico. Di contro non abbiamo ancora imparato a capitalizzare le esperienze positive come la Ferrero, studiando seriamente il modello utilizzato e i fattori che ne consentono il successo. Il male, allora, probabilmente sta nel modo in cui ci siamo organizzati per produrre. Bisogna riconvertire l’economia, stabilizzare i flussi, passare a economia circolare e riduzione degli sprechi. Bisogna cambiare, forse, anche terminologia. Ad esempio, spesso parliamo di imprenditori e abbiamo in testa il profilo del manager, che è altra cosa.
Papa Francesco ci ammonisce: “La politica non deve sottomettersi all’economia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia…. La bolla finanziaria di solito è anche una bolla produttiva. In definitiva ciò che non si affronta con decisione è il problema dell’economia reale …” (LS 189).
Il prof. Stefano Zamagni, economista, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, ci aiuterà a capire quali sono i cambiamenti necessari affinché questa economia malata, economia “che uccide”, si trasformi nella direzione di una finanza posta al servizio dell’economia reale, di una prosperità che includa tutti, della centralità dei beni comuni. Ci aiuterà, insomma, a guardare le cose di sempre con sguardo “oltre”, non nella prospettiva cumulativa dello sguardo “altro”.
È un cambiamento sostanziale, soprattutto ricordando che il superlativo di oltre è ultimo.
Anna Maria Bianchi, Presidente CDAL