MIGLIONICO – No al bullismo e al cyberbullismo. Se ne è parlato venerdì a Miglionico, in una manifestazione organizzata dal Comune con l’Istituto comprensivo “D. Gallucci”, in gemellaggio con l’Itset “M. Capitolo” di Tursi, che ha partecipato con quaranta studenti accompagnati dalle docenti Grazia Vitelli, referente Educazione alla salute, Carmela Pastore e Filomena Vinciguerra. Al centro dell’iniziativa l’inaugurazione del segnale: “No al bullismo – Scuola bebullizzata”, già inaugurato all’Istituto tursitano, il primo nella Basilicata. Successivamente, nell’auditorium del castello del Malconsiglio, si è svolto il relativo incontro formativo, organizzato dall’assessora alle politiche sociali, Rossana Damone, per poter sensibilizzare i giovani sulla dilagante questione. L’attenzione dei presenti è stata stimolata dai diversi relatori, dal Dirigente Scolastico E. Labbate al sindaco F. Comanda, dal sindaco di Tursi S. Cosma con l’assessora alle Politiche sociali Sara D’Alessandro, dal capitano dei carabinieri G. G. Ianniello al luogotenente L. Fornabaio. Con dovizia di particolari, hanno affrontato i temi con l’obiettivo di contribuire a sviluppare nei giovani la legalità e la coscienza sociale, che deve essere basata sul rispetto dell’altro, delle regole e delle leggi. Al contempo, sensibilizzandoli con gli esempi, in modo da consentire loro di iniziare a rapportarsi con le istituzioni e nello specifico con il delicato ruolo di operatore sociale svolto nella quotidianità dal “Carabiniere”.
L’avv. Antonietta Pitrelli, esperta di in Diritto di famiglia e Tutela dei minori, che collabora spesso con l’Itset, ha coinvolto i ragazzi nel dibattito, sulle responsabilità civili e penali e sulle azioni legali che possono essere intraprese. Altrettanto interessanti i contributi della psicologa Stefania Albanese e della citata prof. G. Vitelli. Dall’Incontro è emerso un unico obiettivo: “No al bullismo e al cyberbullismo”, perché ogni forma di violenza lede la persona umana, offende e nega l’altro. Non bisogna restare in silenzio ma farsi aiutare, raccontando le esperienze ad una persona di fiducia, sia genitore che docente, sapendo che con il dialogo si impara ad esprimere le emozioni in modo costruttivo e non distruttivo. Bisogna insegnare ai ragazzi la responsabilità, perché vuol dire insegnare la fiducia nelle proprie azioni, ma anche le conseguenze. Esserne consapevoli rende i ragazzi più cauti prima di agire, soprattutto quando si tratta dei social network. Insomma, occorre imparare a dire no, con la consapevolezza che ci sono cose giuste e cose sbagliate, a prescindere dai propri bisogni e desideri. Dunque, un si unanime al confronto, all’accettazione e alla tolleranza.
Salvatore Verde