TURSI – Grandi novità nell’Istituto Comprensivo “Albino Pierro” di Tursi, affidato in reggenza per il 2018-19 alla Dirigente scolastica di Policoro Agnese Schettini. Trasferimenti sostanziosi a parte, risaltano in tutta la loro evidenza i sei pensionamenti (cinque sono docenti tursitani), a tutti gli effetti dal primo settembre prossimo: Michelina Calciano, insegnante di Religione Cattolica (è stata fino all’ultimo in servizio anche nell’Itset “Manlio Capitolo” di Tursi); Gaetanina Parziale, insegnante della Scuola Primaria; i tre docenti della Scuola Secondaria di 1° Grado, Giovanni Andrisani, che vive a Stigliano ed è professore di Musica, Salvatore Gravino e Antonio Rondinelli, entrambi professori di Italiano e a lungo anche maestri della Scuola Elementare; il maestro Salvatore Verde, della scuola dell’Infanzia. Un pezzo di storia rilevante della scuola tursitana si congeda, come raramente era accaduto in gruppo nel passato, proprio mentre nei tre segmenti scolastici si assottiglia la presenza di insegnanti e professori di Tursi e diventa largamente maggioritaria le presenza di docenti esterni, molti dei quali giovani.
I pensionandi sono stati festeggiati ufficialmente prima nel collegio dei docenti, da parte della dirigente Schettini, che ha delineato un acuto ritratto di ciascuno, e poi nella nota struttura turistica della Rabatana “Il Palazzo dei Poeti”, di Paolo Popia. In 52 hanno aderito al pranzo, per la prima volta in modo così intenso e unitario, in rappresentanza dell’Istituto comprensivo, dalla dirigente ai docenti al personale Ata (tranne la insegnante, che si era ritrovata con le amiche martedì 25 giugno, in pizzeria a Policoro). Dopo i sorrisi e le affettuosità da parte di Calciano, Andrisani, Gravino, Rondinelli e Verde, nel sobrio rituale dei ringraziamenti e dei doni ricevuti, non sono mancati momenti di serena allegria e di autentica emozione, con un tocco di nascente nostalgia e palpabile malinconia, poiché in tutti era già matura almeno una consapevolezza: si è chiuso un ciclo importante per la formazione delle generazioni contemporanee e se ne apre un altro per chi ama coltivare la memoria della comunità. Ma le persone passano e le opere restano, si dice non a caso, inoltre, gli educatori veri devono essere ottimisti, perciò è giusta la convinzione che la scuola tursitana saprà come sempre andare avanti, sicuramente “con profitto”.
In pensione anche Salvatore Verde, il maestro della scuola dell’Infanzia
TURSI – Venerdì 28 giugno, è stato l’ultimo giorno di insegnamento per Salvatore Verde, lucano di Tursi, maestro della scuola statale dell’Infanzia, ma anche giornalista, filmmaker e studioso di cinema, oltre che massimo storico locale oggi del suo amatissimo paese natale (per il quale si è sempre speso del tutto gratuitamente in ogni iniziativa, evento o attività da lui svolta nel corso del tempo). È giunto al naturale traguardo con la domanda di pensione ordinaria anticipata (non Quota 100, per intenderci), dopo quasi 43 anni di servizio, 39 dei quali trascorsi ininterrottamente proprio nella scuola dei bambini dai tre ai sei anni. Sempre in servizio a Tursi, dal 1982, prima nella Direzione Didattica, poi assorbita e confluita nell’Istituto comprensivo “Albino Pierro” nel 2000, il maestro Verde è stata una figura maschile più che rara in Italia e in Europa nel livello scolastico conosciuto impropriamente nel passato come “asilo” o “scuola del grado preparatorio” (perciò approssimativamente inteso come subordinato e funzionale alla scuola Elementare).
Da sempre Docente-Funzione strumentale per il POF-Ptof, attualmente è Collaboratore Vicario della Dirigente, prima volta a Tursi per un insegnante della Scuola dell’Infanzia, e veramente tra i pochissimi in Italia a svolgere tale incarico negli istituti comprensivi (una parte significativa di queste scuole, infatti, non ingloba neppure la prima scuola dei bambini nel loro assetto istituzionale).
Verde è entrato di ruolo a Vimercate, allora in provincia di Milano, con il primo reclutamento aperto agli uomini nel 1980, dopo il superamento del concorso per titoli ed esami consentito dalla norma dell’anno prima, relativa alla parità di genere, da lui applicata all’inverso. Ma è pure il primo “maestro d’asilo” che raggiunge il pensionamento dopo la lunga carriera e senza scorciatoie, avendo scelto di rimanere in tale scuola, pur avendo sempre potuto optare per la Scuola Elementare. Per circa trenta anni, poi con la ottima collega maestra di sezione Anna Maria Ottomano, ha effettuato uno speciale servizio di trasporto gratuito, mettendo di fatto fuori uso ben quattro auto, per raccogliere i piccoli alunni al mattino e riportarli al pomeriggio nelle rispettive case sparse nel paese, proprio per consentire il mantenimento dell’unica scuola, anzi della sola istituzione pubblica in assoluto nel centro storico tursitano, cioè nel rione San Filippo, comunque sotto la Rabatana. (Ma insieme hanno pure svolto un efficiente servizio di assistenza alle famiglie bisognose, in prevalenza giovani nuclei familiari di immigrati, fornendo ai loro figli-alunni tantissimi buoni pasto per la mensa scolastica, acquistati negli anni a proprie spese sia dalla maestra Ottomano che dal maestro Verde).
Una vita lavorativa trascorsa nei plessi scolastici del quartiere storico dell’abitato, due volte nell’ex municipio, in via Pietro Gianone (il plesso al piano terra è stato da lui fatto dedicare a “Carmela Ayr”, la figura feminile più importante e al contempo sconosciuta della storia di Tursi), tra le due esperienze la sede in via Luciano Manara, e negli ultimi anni nel rione di Santi Quaranta e poi in Via Roma. Caratteristica costante, dal 1985 al 2015, la tipicità organizzativa, trattandosi di un plesso monosezionale di scuola dell’Infanzia, con il guppo-classe perciò formato con criteri eterogenei per età. Quasi un modello, difficilmente paragonabile ad altri in Italia, pure al di là della eccezionalità della figura maschile, proprio per le sue elogiative esperienze d’avanguardia e anche da record. Esemplarmente, ha accolto alunni stranieri dal 1992-93 (il primo è stato Andy, un bimbo albanese di tre anni), poi il numero è cresciuto progressivamente e a dismisura negli anni, in modo quasi paritario tra i bimbi dell’Albania e Romania, fino a raggiungere nel corso di questo ultimo anno un sorprendente dato: 17 alunni immigrati su 26 iscritti. E non è stato sempre facile, per una serie di ragioni, anche se il bilancio ultimo è davvero positivo, anzi lodevole, merito ascrivibile alla totale fiducia dei genitori.
Autore di progetti di formazione in servizio e relatore sulla “Didattica del cinema”, anche per la Scuola Primaria e Secondaria, è stato docente-formatore degli insegnanti, perl’ambito “Messaggi, forme e media” successivamente all’emanazione degli “Orientamenti ’91”, e membro della Commissione provinciale diMatera del concorso per titoli ed esami per il reclutamento degli insegnanti di Scuola dell’Infanzia, nel 2000. La riconosciuta e valorosa esperienza di maestro nel suo paese è stata poi alla base dell’opera Modo armonico semplice – L’Asilo di un Maestro (2007, col, 113 min.), un film pluripremiato da lui ideato e realizzato, che gli è valso il prestigioso Premio nazionale e internazionale “Goccia d’Oro – Al Merito della solidarietà con l’Infanzia” (16 giugno 2007), delle Pie Confraternite di Rapolano Terme, in provincia di Siena (nell’Albo d’Oro della “Capitale del Volontariato”, tra i premiati Maurizio Costanzo, Dario Fo, Terence Hill, Alberto Manzi, Don Antonio Mazzi, Gianfranco Zola, oltre a diverse e numerose associazioni benemerite non soltanto italiane).
Il lungometraggio è considerato dalla critica il suo capolavoro, un insuperato saggio audiovisivo di pedagogia infantile e il testamento di un educatore di primordine, ma soprattutto la testimonianza di un uomo di elevate capacità e raffinata sensibilità. Salvatore Verde, infatti, ama sintetizzare: “La scuola, davvero un laboratorio di relazioni umane, è stata per me luogo di vita, di crescita, di gioia e di ricordi”. Una saggezza umana e una profondità intellettuale, con uno stile educativo molto personale, destinati a rimanere nella memoria della storia della scuola non soltanto tursitana.
Brevi note su Salvatore Verde
Salvatore Verde, primo di dodici figli, è nato nel 1955 a Tursi, dove vive con la famiglia. Sposato con Rosa Cuccarese dal 1979, tre volte padre (Leandro Domenico, 38 anni; Verdiana Carmen, 35; Ruben Gaetano, 29), è un maestro più unico che raro, un serio giornalista e un attento studioso di cinema, oltre che massimo storico locale del nostro tempo. Iscritto all’Ordine nazionale dei Giornalisti pubblicisti di Basilicata, dal 1998 collabora con La Gazzetta del Mezzogiorno, ma ha pubblicato anche su diverse altre testate, dal Il Corriere del Giorno-Taranto a Mondo Basilicata. Rivista di storia e storie dell’emigrazione, trimestrale del Consiglio Regionale della Basilicata, occupandosi di cinema. Addetto Stampa del Comune di Tursi e direttore del bimestrale Tursitani (2004-2008), è Direttore responsabile di Tursitani.it, giornale on line (dal 2008 a oggi). Già componente del Comitato regionale Lucano per il Servizio radiotelevisivo e Rai-Tv, nel triennio 1978-81, con nomina del Consiglio Regionale di Basilicata.
Ma Verde è stato anche uno stimatissimo e trasparente esponente socialista, prima come sindacalista a Matera (1987-90) e poi, eletto consigliere alla Provincia (1990), come Assessore provinciale all’Ambiente (1991-95). Nella storia politica locale, conserva un record tuttora insuperato, a conferma di essere (stato) un cittadino molto amato: ha avuto la più alta cifra di voti personali in assoluto e in percentuale, a una consultazione elettorale (Elezioni Politiche dell’aprile 1992).
Nel 2006-07, ha scritto, diretto, interpretato e co-prodotto il pluripremiato lungometraggio di ricerca Modo armonico semplice – L’Asilo di un Maestro. Per l’editore Giuseppe Laterza di Bari, ha pubblicato Il cavaliere Templare di Tursi (2012), La diegesi filmica lucana e l’immagine cliché della Basilicata (2013, con il figlio Leandro Domenico Verde), e Della vigilia è l’incanto (2017; prima edizione Tursitani.it 2016), un ricordo del padre morente, tutti con apprezzamento degli studiosi, della critica e del pubblico. Possiede una biblioteca generale di oltre 10.000 libri, una videoteca di quasi 6.000 film, più di 2.500 testi di cinema e 2.000 numeri di riviste cinematografiche e un archivio smisurato di ritagli stampa dedicati alla Settima arte e allo spettacolo. Dal 2007 è presidente della Giuria di “CinemadaMare”, il festival internazionale itinerante dei cortometraggi in digitale e con attività seminariali a Nova Siri, diretto da Franco Rina, e dal 2017 presiede anche la Giuria del concorso CinemadaMare-Scuole, riservato alle scuole della Basilicata. A dicembre del 2016 è stato nominato nel CdA della Fondazione Lucana Film Commission e da maggio ne è Consigluere anziano (Presidente f.f.). Con il pensionamento potrà continuare a dedicarsi agli amati studi, coltivando le sue passioni, tra storia di Tursi, cinema e saggistica. Nell’estate del 2018, gli è stato assegnato dall’Amministrazione Comunale il “Premio Rabatana”, il maggiore riconoscimento della Città di Tursi ai “Tursitani illustri”.
Dalla Scuola Materna alla Scuola dell’Infanzia
La Scuola Materna è stata istituita in Italia con la legge 18 marzo 1968 n. 444, per volere lungimirante del Governo presieduto da Aldo Moro, dopo oltre un secolo di esclusiva gestione privata e soprattutto del mondo cattolico. Nel testo normativo si affermavano le finalità di educazione e di sviluppo della personalità infantile, di assistenza e di preparazione alla frequenza della scuola dell’obbligo (le ultime due emergevano dalla storia di questo servizio). La nuova denominazione “Scuola dell’infanzia”, che ha sostituito la prece dente “Scuola Materna”, è stata introdotta dagli Orientamenti del 1991, e così inserita nel sistema educativo italiano, tuttavia conservando la non obbligatorietà (ciononostante è oggi frequentata da oltre il 96-97% degli aventi diritto). La durata della scuola dell’infanzia è di 3 anni, durante i quali si conseguono obiettivi di apprendimenti, in preparazione alla scuola Primaria, mentre si cresce rapportandosi con i bimbi “anticipatari”, “piccoli” (primo anno), “medi” o “mezzani” (secondo anno) e “grandi” (terzo anno). L’ambiente educativo, la dimensione del gioco e del fare concreto e finalizzato, segnano le attività proposte e strutturate in relazione ai campi d’esperienza, ossia obiettivi di apprendimento così definiti nelle Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia del 2007: il sé e l’altro (le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme); il corpo in movimento (identità, autonomia, salute); linguaggi, creatività, espressione (gestualità, arte, musica, multimedialità); i discorsi e le parole (comunicazione, lingua, cultura); la conoscenza del mondo (ordine, misura, spazio, tempo, natura). Insomma, dietro ai “Campi d’esperienza” si delineano i saperi disciplinari, riaffermati poi dalle “Indicazioni nazionali per il curricolo per la scuola dell’infanzia 2012”.